Questa notte l’equipaggio SS/ISS (space shuttle + stazione spaziale internazionale) si è svegliato di soprassalto. Pare che un sensore di pressione si sia guastato rilevando una rapida depressurizzazione del modulo europeo Columbus. Tutti i sistemi di emergenza sono entrati in funzione. Chiusura portelli stagni, blocco dei sistemi di ricircolo dell’aria e delle pompe di circolazione. E’ comunque apparso subito chiaro che la pressione all’interno della stazione era stabile e che doveva essere un falso allarme, ma a scanso di equivoci, sono state seguite tutte le procedure standard d’emergenza. L’equipaggio, dopo le verifiche del caso e la riattivazione di tutti i sistemi, è potuto ritornare a dormire. E a meno che non si sia appassionati di astronautica (news e immagine provengono dal blog Astroworld), di queste cose non si sa mai molto, non pare anche a voi? TV e giornali le ignorano, al più, nei casi migliori, dedicano ad esse trafiletti e tredicesime pagine. Non posso far a meno di pensare che non è affatto giusto. Mentre noi, che leggiamo e scriviamo fantascienza, immaginiamo viaggi al di là dei confini dell’universo, su pianeti lontani e immaginari, c’è gente quasi ogni notte sopra le nostre teste che rischia la vita in situazioni di emergenza reale, e non immaginata per divertimento. Che si addestra per riportare il genere umano sulla Luna o, magari, fra qualche anno, sul solo pianeta non immaginario di cui sia realistico e lecito pensare a una colonizzazione prossima futura, Marte. Che ha dedicato la sua vita a una passione dalla quale tutto ciò che è arte e immaginazione sul viaggio spaziale discende come conseguenza inconsapevole. A tratti, è bene ricordarselo.
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