ESA e NASA hanno rivolto ai ricercatori di tutto il mondo l'invito a contribuire con proprie proposte inerenti la missione congiunta diretta verso Marte, la ExoMars Trace Gas Orbiter (foto). La navetta, il cui lancio è attualmente previsto per il 2016, sarà prevalentemente utilizzata per lo studio dei componenti più rarefatti dell'atmosfera marziana, fra i quali le misteriose tracce di metano che potrebbero indicare la presenza di vita su Marte.
Chiarire se vi sia mai stata o se tuttora possa esservi vita sul pianeta è una delle più stimolanti sfide scientifiche dei nostri tempi. Entrambe le missioni previste dal programma ExoMars hanno questo ambizioso obiettivo.
La prima navetta ad essere inviata sarà la Trace Gas Orbiter, che l'ESA assemblerà e la NASA invece lancerà.
Attualmente, entrambe le agenzie spaziali hanno diffuso un Announcement of Opportunity con cui invitano tutti i ricercatori a proporre strumenti da inserire nella missione. Tutte le proposte saranno quindi valutate e alle equipe vincitrici verranno assegnati i compiti di assemblare l'effettivo macchinario.
Uno Joint Instrument Definition Team è stato nominato allo scopo di definire il carico ammissibile sulla base della tecnologia attuale, ma il passaggio dal progetto alla realtà sarà opera della comunità scientifica. “Siamo aperti a qualunque proposta di strumento che sia in grado di aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi scientifici” ha dichiarato Jorge Vago, Project Scientist dell'ExoMars.
La priorità della missione sarà la mappatura delle tracce gassose nell'atmosfera marziana, fino all'individuazione di concentrazioni di entità chimiche dell'ordine di poche parti per milione. Fra i vari gas, uno soprattutto mostra una particolare importanza: il metano. La sua presenza su Marte è stata assodata nel 2003, ed è considerato un potenziale ‘biomarker’, ovvero un gas attivamente prodotto nei cicli biologici. Capire se il metano provenga dalla vita o da processi geologici e vulcanici è un obiettivo primario. “Il metano è l'ago della bilancia su cui costruire la conoscenza scientifica di Marte” ha anche dichiarato Vago.
Un altro mistero è rappresentato dall'osservazione che il metano si concentra in tre sole zone del pianeta (foto), per poi scomparire dall'atmosfera più rapidamente di quanto atteso dai ricercatori. Questo indicherebbe un meccanismo di esaurimento sconosciuto e molto più potente di qualunque processo noto sulla Terra, e potrebbe anche implicare un processo di produzione tanto più veloce da aver prodotto così grandi quantità iniziali di gas.
Chiarire se vi sia mai stata o se tuttora possa esservi vita sul pianeta è una delle più stimolanti sfide scientifiche dei nostri tempi. Entrambe le missioni previste dal programma ExoMars hanno questo ambizioso obiettivo.
La prima navetta ad essere inviata sarà la Trace Gas Orbiter, che l'ESA assemblerà e la NASA invece lancerà.
Attualmente, entrambe le agenzie spaziali hanno diffuso un Announcement of Opportunity con cui invitano tutti i ricercatori a proporre strumenti da inserire nella missione. Tutte le proposte saranno quindi valutate e alle equipe vincitrici verranno assegnati i compiti di assemblare l'effettivo macchinario.
Uno Joint Instrument Definition Team è stato nominato allo scopo di definire il carico ammissibile sulla base della tecnologia attuale, ma il passaggio dal progetto alla realtà sarà opera della comunità scientifica. “Siamo aperti a qualunque proposta di strumento che sia in grado di aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi scientifici” ha dichiarato Jorge Vago, Project Scientist dell'ExoMars.
La priorità della missione sarà la mappatura delle tracce gassose nell'atmosfera marziana, fino all'individuazione di concentrazioni di entità chimiche dell'ordine di poche parti per milione. Fra i vari gas, uno soprattutto mostra una particolare importanza: il metano. La sua presenza su Marte è stata assodata nel 2003, ed è considerato un potenziale ‘biomarker’, ovvero un gas attivamente prodotto nei cicli biologici. Capire se il metano provenga dalla vita o da processi geologici e vulcanici è un obiettivo primario. “Il metano è l'ago della bilancia su cui costruire la conoscenza scientifica di Marte” ha anche dichiarato Vago.
Un altro mistero è rappresentato dall'osservazione che il metano si concentra in tre sole zone del pianeta (foto), per poi scomparire dall'atmosfera più rapidamente di quanto atteso dai ricercatori. Questo indicherebbe un meccanismo di esaurimento sconosciuto e molto più potente di qualunque processo noto sulla Terra, e potrebbe anche implicare un processo di produzione tanto più veloce da aver prodotto così grandi quantità iniziali di gas.
(Fonte: ESA - traduz. F.T.)
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