mercoledì 30 dicembre 2009

Una insidiosa teoria chiamata evoluzione.

"L’evoluzionismo non è una teoria scientifica, ma una filosofia, un modo di vedere il mondo. Ancora nessuno è riuscito a dimostrare la sua validità". Che differenza c'è fra quest'affermazione, prodotta dal vicepresidente del CNR Roberto De Mattei, e le parole rese celebri dalla scena del processo nel capolavoro "Il Pianeta delle Scimmie"? Nella sua arringa contro la teoria evoluzionista durate il processo contro l'alieno essere umano interpretato da Charlton Heston, il dottor Zaius denuncia gli "scienziati perversi che avanzano una insidiosa teoria chiamata evoluzione" ("perverted scientists who advance an insidious theory called evolution", al min. 3'40'' del filmato seguente).
Guardate il fimato e poi leggete l'articolo pubblicato su Repubblica lo scorso 23 dicembre. Due giorni prima della "festa del sole" che viene spacciata come la nascita del cristo.
Ancora una volta la fantascienza ci viene in aiuto (profeticamente in questo caso, visto che il film è del 1968) nella rappresentazione dei problemi della società reale. Perché al vertice del supremo istituto della scienza e della ricerca c'è un integralista anti-scientifico che dichiara la sua sintonia con le strampalate e nocive idee del papa?
Non so voi, ma io non ne posso più di queste "scimmie".


Repubblica 23.12.09
Il vicepresidente del Cnr De Mattei risponde alle polemiche sul creazionismo
"Credo alla Bibbia e non a Darwin" - intervista di Leopoldo Fabiani

L’evoluzionismo non è una teoria scientifica, ma una filosofia, un modo di vedere il mondo. Ancora nessuno è riuscito a dimostrare la sua validità". Incurante delle critiche che gli sono precipitate addosso da ogni parte Roberto De Mattei, storico del Cristianesimo e vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche, non deflette. L´uscita del volume Evoluzionismo. Il tramonto di un´ipotesi, che raccoglie gli atti di un seminario da lui organizzato nel febbraio scorso, e pubblicato con il contributo (9.000 euro) del Cnr, ha scatenato parecchie reazioni. Le tesi creazioniste sostenute da De Mattei, hanno detto scienziati come Piergiorgio Odifreddi, Nicola Cabibbo, Telmo Pievani, non hanno nulla a che vedere con la ricerca scientifica e non dovrebbero godere di finanziamenti pubblici (già così scarsi). E ora De Mattei, che crede fermanente nella "discussione aperta" vuole replicare al fronte dei suoi avversari.
Professore, è giusto che il Cnr finanzi delle iniziative che secondo la comunità scientifica si basano su teorie infondate?
«Il contributo finanziario è stato minimo ed è servito allo scopo, che era quello di aprire una discussione su idee che altrimenti sarebbero passate sotto silenzio. Ora tutti si concentrano su questo aspetto e nessuno vuole discutere nel merito i contributi del libro».
Ma la comunità degli scienziati non ritiene che le idee creazioniste abbiano una base scientifica. Per questo non le vuole discutere. Sarebbe come, si dice, mettere ogni giorno in discussione l´acquisizione che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa.
«Io credo che la scienza debba procedere per tentativi, errori e confutazioni. Quindi gli scienziati non dovrebbero atteggiarsi a casta intoccabile e invece aprirsi alle idee critiche. Invece non vogliono nemmeno esaminare i contributi scientifici che abbiamo portato nel nostro seminario. Perché la messa in discussione delle teorie darwiniane ha solide basi scientifiche, lo ripeto. Mentre la verità è che nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali».
E come spiega allora che gli scienziati "evoluzionisti" hanno ognuno una propria idea del mondo che può essere classificata atea, marxista, postmoderna, cristiana o buddista, mentre i "creazionisti" sono tutti cristiani?
«Guardi, per questo apprezzo la coerenza di Odifreddi, quando dice che dall’evoluzione così com´è spiegata da Darwin consegue che non esiste il peccato originale e quindi la venuta di Cristo sulla terra non ha senso. Mentre trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. E mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze».
Ma oggi la chiesa non ha più un atteggiamento di condanna verso le teorie darwiniane. Lei vorrebbe dare lezioni di coerenza anche alle gerarchie ecclesiastiche?
«Senza dubbio in alcuni ambienti ecclesiastici c´è un atteggiamento debole, come un senso di inferiorità verso certi ambienti intellettuali. E questo anche in posizioni di vertice. Certo non in Benedetto XVI che ha una posizione critica sulla teoria dell´evoluzione. Esistono invece vescovi e teologi che la accettano, e sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera».
Non sarà convinto che il mondo è stato creato in sette giorni?
«Non, non dico questo. Credo però che Adamo ed Eva siano personaggi storici e siano i progenitori dell´umanità. Credo che su evoluzionismo e fede religiosa nel mondo cattolico ci sia una grande confusione, su cui occorrerebbe discutere. Comunque tutto ciò non ha a che fare con i contenuti del libro e del seminario che erano prettamente scientifici».

venerdì 25 dicembre 2009

Mu.Fant: il Museo della Fantascienza di Torino

Se avevamo parlato qui della Casa dell'Altrove (in quel di Yverdon-Les-Bains, Svizzera), oggi invece ci giunge notizia dell'esistenza, già dalla metà di quest'anno, in territorio italiano, del "Mu.Fant".
Il Museo-Laboratorio della Fantascienza di Torino ha aperto lo scorso 30 giugno, grazie agli sforzi dell’Associazione Immagina, e si trova nella Ludoteca San Giocondo, precisamente in via Luini al numero 195.
In occasione dell’apertura, il centro ha ospitato una mostra dedicata a Star Wars, e in occasione del quarantennale dello sbarco sulla Luna ha visto una giornata dedicata alla commemorazione.
Attualmente il Mu.Fant ospita invece, già dal 28 novembre scorso, la mostra "Star Trek: ultima frontiera", che proseguirà fino al 23 gennaio 2010 (alcune immagini: qui).
L’inaugurazione di questa mostra ha visto protagonista la collezionista Stefanie Grőner, co-curatrice, che ha tenuto anche diverse “lezioni” sull’universo di Star trek.
Sempre presso il museo si potranno scoprire, inoltre, le opere degli artisti German Impache e Osvaldo Belli, la sezione dedicata alla ricerca spaziale torinese, realizzata in collaborazione con Smat - Torino e Thales Alenia Space e la sezione Star Wars con altre curiosità.
Un appuntamento da non perdere non solo per gli amanti di Star Trek ma anche per i cultori del cinema in generale. Torino, già ben nota sede del Museo del Cinema, offre un'altra prova della propria collocazione all'avanguardia della cultura moderna per l'Italia.
Una cultura che a pieno titolo comprende e valorizza il genere fantastico.

mercoledì 16 dicembre 2009

Autore canadese pestato da squadraccia di guardie di frontiera USA.

Quella che segue è una notizia dai dintorni, anzi dai confini, apparentemente da quelli fra USA e Canada, in realtà fra umano e disumano. Si tratta dell'aggressione che Peter Watts, autore canadese di FS, ha subito la settimana scorsa, a seguito della quale si è creata una catena di solidarietà (anche economica, per via delle future spese legali).
Leggiamo insieme nel blog di Peter, e rinunciamo a commenti ovvii sulla più grande "democrazia" planetaria. In questa dimensione, appunto.

"Se credete all’interpretazione della fisica quantistica secondo cui esistono vari Mondi, allora deve esserci da qualche parte un universo parallelo nel quale ho attraversato il confine fra USA e Canada senza subire l’incidente dello scorso martedì. In un’altra dimensione, non sono stato fermato da uno sciame di guardie di confine che brulicavano intorno alla mia automobile come formiche guerriere senza alcuna ragione apparente, o magari è successo, ed io ho semplicemente mantenuto il mio sguardo in basso e mi sono astenuto dal fare domande.
In qualche altra crono-linea, non sono sceso dall’automobile per chiedere cosa stesse accadendo, e non ho nemmeno ripetuto la domanda quando mi è stata negata una risposta e mi è stato ordinato di rientrare in macchina. In quest’altra crono-linea non mi sono beccato un pugno in faccia, una spruzzata di spray urticante, non sono stato malmenato, ammanettato, gettato bagnato e mezzo nudo in una cella di reclusione per tre cazzo di ore, scaraventato quindi in una cella ancora più fredda per passarci la notte, e citato in giudizio con l’accusa di aggressione nei confronti di un ufficiale federale, il tutto senza la possibilità di un avvocato (benché abbiano tentato di farmi rinunciare ai miei diritti, e per due volte). In quella dimensione parallela, non sono stato nemmeno scaricato oltreconfine in maniche di camicia, con il computer e la pennetta confiscate, e persino il mio cazzo di blocco note trattenuto finché hanno scoperto fra loro qualcuno abbastanza alfabetizzato da saper distinguere fra degli appunti per idee di storie da scrivere e, immagino, malvagie trame del terrorismo. E non sono stato abbandonato senza cappotto all'arrivo della prima tempesta invernale dell’Ontario, ad un orario in cui autobus e mezzi di trasporto avevano finito le corse della giornata.
In qualche altro universo me ne sto al caldo, felice, e senza la prospettiva di trascorrere due anni in galera per il mio crimine: essere stato preso a pugni in faccia.
Ma questo non è quell’universo.
Rimanete sintonizzati.

Peter Watts

(traduzione mia da: http://www.rifters.com/crawl/?p=932)

giovedì 10 dicembre 2009

La casa dell'altrove: il più grande museo della FS al mondo!

Non c’è affatto bisogno di arrivare fino allo Science Fiction Museum di Seattle per soddisfare la ricerca di un Museo della Fantascienza. Il motivo è semplice: ne abbiamo uno a poche centinaia di chilometri dal confine.
Si tratta di regalarsi un viaggio a Yverdon-les-Bains, una cittadina vicina a Losanna, dove si trova La Maison d'Ailleurs (“La casa dell’altrove”). Fondata nel 1976 dall’enciclopedista Pierre Versins, appassionato del genere (autore di una storica e mai tradotta Encyclopédie de l'Utopie des voyages extraordinaires et de la Science Fiction che gli valse il Premio Hugo nel 1973), la Maison, con oltre quarantamila tra libri e illustrazioni, di cui molte assai rare, in quaranta lingue, ventimila tra oggetti d'arte, giochi, manifesti e dischi, è il maggior museo della fantascienza al mondo. Qui informazioni dettagliate nel sito nazionale del turismo svizzero e qui invece nel sito delle autolinee federali svizzere.
Il museo organizza esposizioni temporanee e collabora ad iniziative e attività scientifiche. Un illustre esempio fu il seminario organizzato nel 2001 con l’Ente Spaziale Europeo (ESA) dal titolo “Tecnologie innovative dalla Fantascienza per l’applicazione scientifica” (ovvero Innovative Technologies from Science Fiction for Science application, ITSF), dove scienziati e scrittori si incontrarono per esaminare insieme le più recenti idee della letteratura fantastica e le loro possibili trasformazioni in applicazioni concrete. Fu un successo insperato, che portò alla luce oltre duecentocinquanta idee degne di approfondimento; fra le più brillanti e in realtà già in corso di realizzazione l’ascensore spaziale, un sistema immaginato dal russo Konstantin Tsiolkovsky già nel 1895 e poi descritto nei minimi dettagli dal britannico Arthur C. Clarke nel 1979, e le astronavi a vela, una immaginifica idea degli anni cinquanta, di cui un prototipo si è già alzato da terra di ben venti metri sotto la spinta di raggi laser. Venne così lanciata la competizione internazionale Clarke–Bradbury, rivolta a giovani scrittori di età tra i 15 e i 30 anni. La sfida: realizzare una breve storia di hard science fiction, ovvero fantascienza realistica. Lo stesso Arthur C. Clarke diede la sua benedizione alla iniziativa, dichiarando: “Spero che questa competizione possa attirare molti sfidanti e ispirare sempre più giovani menti a scrivere di fantascienza”.
L’ESA pubblicò così, nel 2003 e di nuovo nel 2005, un volume con le migliori storie partecipanti (http://www.itsf.org/).
Qui è possibile ascoltare una interessante intervista a Patrick Guiger, direttore del Museo, sul progetto ITSF di collaborazione con l’ESA.
Attualmente la Maison ospita una mostra su Mervyn Peake, scrittore e illustratore britannico.
Come si arriva alla Casa dell'Altrove?
In auto: autostrada A1, uscitaYverdon-Sud, 2 km in direzione d'Yverdon-les-Bains; in treno: fino a Yverdon-les-Bains e poi alcuni minuti a piedi in direzione del casinò.

(Fonte, oltre quelle citate: qui)

venerdì 20 novembre 2009

Noi giochiamo, loro fanno sul serio: STS 129 - Flight Day 4.

Questa notte l’equipaggio SS/ISS (space shuttle + stazione spaziale internazionale) si è svegliato di soprassalto. Pare che un sensore di pressione si sia guastato rilevando una rapida depressurizzazione del modulo europeo Columbus. Tutti i sistemi di emergenza sono entrati in funzione. Chiusura portelli stagni, blocco dei sistemi di ricircolo dell’aria e delle pompe di circolazione. E’ comunque apparso subito chiaro che la pressione all’interno della stazione era stabile e che doveva essere un falso allarme, ma a scanso di equivoci, sono state seguite tutte le procedure standard d’emergenza. L’equipaggio, dopo le verifiche del caso e la riattivazione di tutti i sistemi, è potuto ritornare a dormire. E a meno che non si sia appassionati di astronautica (news e immagine provengono dal blog Astroworld), di queste cose non si sa mai molto, non pare anche a voi? TV e giornali le ignorano, al più, nei casi migliori, dedicano ad esse trafiletti e tredicesime pagine. Non posso far a meno di pensare che non è affatto giusto. Mentre noi, che leggiamo e scriviamo fantascienza, immaginiamo viaggi al di là dei confini dell’universo, su pianeti lontani e immaginari, c’è gente quasi ogni notte sopra le nostre teste che rischia la vita in situazioni di emergenza reale, e non immaginata per divertimento. Che si addestra per riportare il genere umano sulla Luna o, magari, fra qualche anno, sul solo pianeta non immaginario di cui sia realistico e lecito pensare a una colonizzazione prossima futura, Marte. Che ha dedicato la sua vita a una passione dalla quale tutto ciò che è arte e immaginazione sul viaggio spaziale discende come conseguenza inconsapevole. A tratti, è bene ricordarselo.

mercoledì 18 novembre 2009

Star Wars in Concert in Italia.

Sbarca in Italia il 26 e 27 marzo 2010 al Mediolanum Forum Assago (MI).
Le musiche di John Williams interpretate dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra, con le spettacolari immagini della saga di George Lucas .
STAR WARS IN CONCERT è un evento concertistico unico, che arriverà in Italia il 26 e 27 marzo grazie a Barley Arts che promuove e produce in esclusiva per l'Italia gli unici 3 spettacoli, venerdì 26 ore 21.15 - sabato 27 ore 16.00 e ore 21.15.
Non è un musical, ma un'esperienza unica che unisce l’indimenticabile musica composta da John Williams per la saga cinematografica e interpretata dal vivo dagli 86 elementi della Royal Philharmonic Concert Orchestra, accompagnati da un coro, a un montaggio di immagini proiettate su un mega schermo e tratte dai 6 episodi cinematografici di Star Wars.
Ogni capitolo musicale dello show permette al pubblico di vivere da un punto di vista narrativo i temi principali, i personaggi, gli elementi chiave della storia tratta dall'epica saga di Star Wars e di sentirsi così rapiti in un incredibile viaggio verso il cuore di una galassia lontanissima.
La Royal Philarmonic Orchestra sarà diretta da Dirk Brossè. La musica e le immagini saranno intervallate dalla narrazione dell’attore Anthony Daniels, interprete del robot C-3PO in tutti i film della serie.
STAR WARS IN CONCERT porta il pubblico a rivivere la Saga di Star Wars attraverso la meravigliosa colonna sonora originale da Oscar composta da John Williams e i momenti cruciali degli episodi cinematografici.
A corollario del concerto, il pubblico potrà vedere esposti alcuni dei costumi e degli accessori originali utilizzati dal regista George Lucas nei vari episodi della Saga di Star Wars.
(Fonti: Yavin4 , Barley Arts)

giovedì 22 ottobre 2009

AAA - Volontari cercansi per missione (simulata) su Marte.

A partire dal 2010 un equipaggio internazionale composto da 6 membri simulerà un viaggio di andata e ritorno su Marte, della durata complessiva di 520 giorni, dei quali 30 trascorsi sulla superficie del pianeta. La struttura in cui la sperimentazione sarà condotta si trova nella città di Mosca. L’ESA è alla ricerca di volontari. Durante la ricerca verranno studiati gli aspetti psicologici e clinici di una missione di così lunga durata. Il Direttorato ESA sul volo spaziale umano ha intrapreso “Mars500” nell’ambito dell’European Programme for Life and Physical Sciences (ELIPS) per prepararsi a future missioni dirette su Marte e sulla Luna.
Un equipaggio di 6 elementi ha già completato una prova di 105 giorni. A seguito del successo di questo studio precursore, terminato a luglio, l’ESA è ora alla ricerca di due candidati e due back-up per il programma da 520 giorni, che partirà a metà dell’anno venturo dopo un training di 4 mesi. Verranno simulati un viaggio d’andata di 250 giorni, un soggiorno in superficie di 30 giorni e un viaggio di rientro di 240 giorni. Durante la fase di simulazione del soggiorno, la metà dell’equipaggio verrà trasferito nel modulo di simulazione marziana, e il resto della struttura sarà a loro inaccessibile.
Requisiti dei candidati: motivazione, età 20-50 anni, buona salute, altezza non superiore a 1,85 m, conoscenza di inglese o russo (le due lingue ufficiali della missione) esperienza di lavoro in medicina, biologia, ingegneria dei sistemi di supporto, ingegneria informatica, elettronica o meccanica. La selezione avverrà secondo un processo simile a quello utilizzato per gli astronauti.
La nazionalità dei candidati è limitata ai paesi membri dell’ESA partecipanti al programma ELIPS, fra cui è anche l’Italia. Dettagli qui: http://www.esa.int/callmars500. I moduli per l’iscrizione devono essere inviati a Mars500@esa.int. Scadenza per l’invio: 5 novembre p.v. Affrettatevi!

domenica 11 ottobre 2009

La lava di Marte: immagini dal Mars Express

La sonda Mars Express ha captato ieri le immagini del Daedalia Planum, una zona pianeggiante del Pianeta Rosso costellata di crateri e di flussi lavici solidificati risalenti a ere diverse. La pianura si trova a sud-est del Monte Arisa, uno dei maggiori vulcani del pianeta. Il vulcano ha un diametro di 350 km e raggiunge quota 14.000 metri.
L’immagine riportata sopra ricopre un’area pari grossomodo a quella della Giamaica; sono visibili due flussi lavici: quello più recente (in alto) e il più vecchio, situato nella parte bassa. I crateri di impatto pre-esistenti sono stati modellati dai flussi lavici. Alcuni di essi, completamente sommersi, vengono definiti “crateri fantasma”.
L’immagine in bianco e nero offre una maggiore risoluzione 3D.
(Fonte: ESA)

venerdì 2 ottobre 2009

Il re del Cirque du Soleil in orbita nello spazio.

Guy Laliberte, fondatore e proprietario della celebre compagnia parte oggi - pagando 35 milioni di dollari - per la ISS. "Una missione multimediale e poetico-sociale", di Luigi Bignami

(Repubblica scienze online 30.09.09)


Promette 10 giorni di spettacoli Guy Laliberte, il prossimo turista-astronauta che oggi partirà alla volta della ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Laliberte infatti, è il fondatore e proprietario del Cirque du Soleil ed è lui stesso un artista del circo. Che ha pagato 35 milioni di dollari per il suo viaggio tra le stelle.

Laliberte ha 50 anni ed è un acrobata professionista e il primo turista spaziale canadese. "La mia - ha detto - sarà una missione "poetica-sociale" e sarà un evento multimediale, il primo dallo Spazio verso la Terra, al quale parteciperanno vari artisti di tutto il mondo. Il nostro tema sarà la situazione dell'acqua sul nostro pianeta".

Laliberte partirà a bordo di una navicella russa Soyuz dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan. Lascerà la Terra con altri due cosmonauti, l'americano Jeff Williams e il russo Maxim Suraev, che rimarranno sulla ISS per una missione di lunga durata. Il "turista", invece, resterà nello spazio per 12 giorni.

Il "clown dello spazio" iniziò la sua carriera tra le strade di mezza Europa come trampoliere e mangiatore di fuoco. Poi, nel 1984, fondò il Cirque du Soleil che è diventato particolarmente famoso in tutto il mondo per l'elevata professionalità degli artisti che vi lavorano.

Laliberte, oltre ad essere un artista, ha maturato una forte passione per i problemi sociali. Nel 2007 ha fondato la "Fondazione ONE DROP", che si prefigge di combattere la povertà e soprattutto di dar modo di portare acqua potabile là dove non è ancora raggiungibile.

"Certamente lassù non potrò esibirmi come mangiatore di fuoco , ma sicuramente indosserò il mio naso rosso e se riuscirò lo farò indossare anche ad altri astronauti. Il naso rosso sarà il simbolo della mia missione, ma è anche ciò che mi permette di ricordarmi ciò di cui non mi dimenticherò mai. E cioè che sono stato un bambino. Io non sono un astronauta professionista e quindi anche lassù rimarrò ciò che sono: un artista, un creativo".

E così il 9 ottobre, quando in Italia saranno le 2 di notte, egli ha pianificato un momento che ha definito di "magico racconto sull'acqua", che verrà diffuso in diretta dal sito web della sua Fondazione. Nel frattempo artisti di 14 città del pianeta realizzeranno uno spettacolo dal vivo di fronte a giganteschi schermi. Vi parteciperanno, tra l'altro, Al Gore, Peter Gabriel, Shakera e gli U2.

Il "clown dello spazio" è il sesto turista spaziale a salire a bordo di una navicella Soyuz per raggiungere la ISS. Il primo fu Tennis Tito, statunitense che ottenne un passaggio il 6 maggio del 2001. Charles Simonyi è l'ultimo della serie ed è stato l'unico ad ottenere un duplice periodo di vacanza, nel 2007 e ad aprile del 2009.

(http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/scienze/soleil-spazio/soleil-spazio/soleil-spazio.html)

venerdì 18 settembre 2009

Arriva la TV in 3D.


Nell’ambito del suo Programma Avanzato di Ricerca nei Sistemi di Telecomunicazione, l’ESA ha mosso un passo importante verso un nuovo traguardo nell’esperienza della televisione: la trasmissione in 3D via satellite per uso domestico.

Televisione in 3D e apparati di ricezione standard sono in corso di allestimento in località selezionate in Europa. La trasmissione continua di un canale 3D è iniziata il 12 marzo di quest’anno. Questo canale offre una varietà di programmi di diversa durata e contenuto, fra cui programmi sportivi, un breve film e trailer. Presto verranno anche aggiunti eventi ripresi in 3D dal vivo.

Il progetto di “trasmissione stereoscopica” si svolge nell’ambito del programma Advanced Research in Telecommunications Systems (ARTES) all’interno del Direttorato ESA delle Telecomunicazioni e Applicazioni Integrate e fornisce supporto all’industria europea nello sviluppo e nella distribuzione del servizio.

Sono in fase di sviluppo due tipi di siti per la ricezione: il primo simula un ambiente domestico ed ha contenuti di maggior durata, mentre il secondo sarà una location pubblica con contenuti più brevi. Un “sito domestico” è stato allestito presso l’ESTEC, il centro di ricerca e tecnologia ESA situato a Noordwijk, in Olanda.

Il canale 3D è attualmente distribuito dal satellite Eurobird™ 9A, posizione 9°E, su 11 747 MHz polarizzazione orizzontale e un valore di S/R di 27,500. I filmati vengono trasmessi in versione digitale modificata. Per poterli visualizzare sono necessari un televisore con funzione 3D e occhiali adatti.

fonte ESA: http://www.esa.int/esaCP/SEMBMLFWNZF_index_0.html, traduzione di Francesco Troccoli

venerdì 4 settembre 2009

Astronauti Nasa in ”sciopero” contro le carrette dello spazio

(Libero news, 02.09.2009)

Obama ha cancellato la Luna. Una commissione governativa composta da ricercatori, rappresentanti della Casa Bianca ed ex astronauti ha preso atto dei tagli che il presidente ha annunciato sul budget della Nasa. Concludendo che le risorse disponibili sono sideralmente lontane dai 150 miliardi dollari necessari per rimandare l’uomo sulla superficie del nostro satellite entro il 2020. Così rischia di finire nel congelatore l’intero progetto Constellation, varato dall’ex presidente George W. Bush.

La notizia non era inattesa. Libero l’aveva anticipata all’inizio del mese di giugno. Ora però c’è la certezza. Finisce in soffitta pure l’imponente programma di ricerca scientifica e tecnologica per sviluppare la generazione di veicoli spaziali destinati a sostituire le navette shuttle. Entrate in servizio all’inizio degli anni Ottanta sono prossime all’ultimo atterraggio. Sono previsti altri sei voli, per portare uomini e rifornimenti alla stazione spaziale orbitante. Dopodiché, tra la fine del 2010 e l’inizio dell’anno successivo, diventeranno ferraglia da rottamare.

E qui entrava in gioco il nuovo veicolo spaziale su cui Bush aveva scommesso per rilanciare gli Usa come potenza interplanetaria. La navicella Orion, stretta parente della vecchia Apollo che nel 1969 aveva portato gli astronauti americani sulla Luna, doveva entrare in servizio nel 2015. Il tempo necessario per sviluppare il gigantesco razzo vettore Ares 5, capace di portare fuori dall’atmosfera terrestre 5 astronauti e una quantità notevole di rifornimenti. A cominciare dalle riserve di ossigeno.

Fin qui la storia che Libero aveva anticipato. Ma c’è una novità. Visto che la finestra fra l’ultimo decollo degli Shuttle e il primo della Orion pare destinata ad allungarsi fino al 2028 c’è chi a Washington pensava di salvare la faccia utilizzando razzi cargo per spedire gli astronauti americani almeno sulla stazione spaziale orbitante. L’alternativa è di quella da far venire la pelle di cappone anche al meno patriottico fra gli statunitensi: chiedere un passaggio ai russi sulle navicelle Soyuz, sopravvissute al crollo dell’impero sovietico. Oppure ai cinesi, che nel 2003 hanno spedito in orbita il loro primo taikonauta (dal cinese "tàikong”).

Possibile che lo zio Sam chieda un taxi spaziale agli ex nemici storici. Possibile, ma molto, molto difficile. Ecco perché alcuni cervelloni dell’entorurage di Obama hanno partorito l’idea di impiegare razzi cargo modificati. Le società produttrici sono già state contattate e hanno dato piena disponibilità. A cominciare dalla Lockheed Martin. Ma c’è un problemino che forse nessuno - né alla Casa Bianca né alla Nasa - aveva considerato: gli astronauti hanno fatto sapere che non intendono volare su razzi destinati a lanciare in orbita dei satelliti o poco più. E non è escluso che dichiarino il primo sciopero dello spazio nella storia dell’uomo.

In realtà esiste una terza eventualità, che la Nasa non vuole neppure prendere in considerazione. Si tratta di un progetto, nome in codice Direct 2.0, elaborato da un gruppo di 100 fra ricercatori e scienziati usciti a vario titolo dall’ente spaziale Usa. Il progetto sfrutta i motori attualmente impiegati dallo Shuttle e i tre serbatoi di carburante che lo spingono in orbita. Nessuna nuova tecnologia. Costo complessivo 16 miliardi di dollari per lo sviluppo più altri 19 miliardi per garantire i primi 3 anni di missioni. Ritorno sulla Luna garantito entro il 2017. Primi lanci fra il 2014 e il 2015. Ma forse questa idea ha il “difetto” di costare troppo poco. E di rendere ancora meno ai contractor che lavorano per la Nasa. Resta da capire se su questo razzo gli astronauti ci salirebbero.